Dalla distanza minima tra le scrivanie alla sanificazione dei locali, ecco cosa cambierà al rientro in ufficio

Dal mese di settembre molti lavoratori torneranno in ufficio, ma nulla potrà essere come prima. La pandemia da Coronavirus impone a tutti i datori di lavoro la necessità di riorganizzare gli spazi di lavoro, a partire dalla distribuzione degli arredi interni, al fine di prevenire eventuali contagi e garantire la massima sicurezza. Tra distanza minima tra le scrivanie e installazione di pannelli separatori, vediamo quali sono le modifiche principali da predisporre nell’arredamento dell’ufficio post Covid.

Distanza minima tra le scrivanie in ufficio

Molte aziende hanno approfittato del periodo di smartworking imposto ai dipendenti per effettuare dei lavori di ristrutturazione e redistribuire gli spazi interni dei luoghi di lavoro, così da rispondere alle esigenze di distanziamento sociale imposte dal Covid. Uno dei cambiamenti più importanti ha riguardato l’esigenza di predisporre una distanza minima tra le scrivanie negli uffici, così da garantire ai lavoratori la giusta distanza tra loro. Ma qual è la distanza giusta tra le scrivanie? La regola parla di un distanziamento di almeno due metri tra una scrivania e l’altra: ciò significa dire addio a lunghe tavolate con sedute ravvicinate, per lasciare spazio a postazioni singole. Questo a tutto vantaggio del lavoratore, che non solo sarà maggiormente protetto dal rischio di contagio, ma potrà usufruire di maggiore spazio di lavoro per gestire le proprie attività.

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Pannelli separatori anti-contagio

Lì dove non sarà possibile garantire il distanziamento tra le scrivanie, molte aziende stanno prevedendo l’installazione di pareti divisorie in plexiglass: si tratta di utili separatori già presenti negli esercizi pubblici e sui banconi di bar e ristoranti, indispensabili per evitare che goccioline di saliva possano raggiungere ed eventualmente contagiare l’interlocutore che ci si trova davanti. Queste paretine protettive potranno essere molto efficaci anche negli uffici, al fine di collocare due scrivanie una di fronte all’altra, risparmiando spazio ma al contempo salvaguardando la salute dei lavoratori. Ecco un esempio di postazione di lavoro con parete divisoria, in vendita sullo shop di Zenick:

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Aria condizionata addio?

Da sempre l’aria condizionata in ufficio è motivo di discussioni e polemiche all’interno delle aziende, che vedono schierarsi da un lato i puristi dell’aria naturale e dall’altro i fautori dell’aria fresca a tutti i costi. Con il rientro in ufficio post Covid questa diatriba potrebbe essere destinata a concludersi, con buona pace di chi da sempre l’ha odiata. Sì, perché secondo recenti studi, il condizionatore acceso in ufficio potrebbe contribuire alla diffusione del contagio, soprattutto nel caso in cui i filtri non vengano puliti con regolarità. Il motivo principale del maggiore rischio di contrarre il virus è però dato dalla scarsa ventilazione naturale a cui si è sottoposti quando l’aria condizionata è accesa e che induce le goccioline di saliva a rimanere più tempo nell’ambiente. Ecco perché è preferibile in questa fase incentivare il ricambio costante di aria e tenere i condizionatori spenti, sostituendoli piuttosto con purificatori d’aria, più efficaci e adeguati al particolare periodo storico che stiamo vivendo.

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È finita l’era degli open space

Altra grande rivoluzione nella distribuzione degli spazi aziendali è la fine dell’era degli open space, modello organizzativo predominante negli anni Ottanta e Novanta. Già da diverso tempo si discute sulla sua effettiva efficacia e sugli aspetti negativi legati alla mancanza di privacy e alla difficoltà di concentrazione dei lavoratori; oggi con l’avvento della pandemia questo sistema è destinato a sparire da tutti gli uffici. La presenza di tante persone in un unico spazio aperto e senza protezioni è infatti totalmente controindicata, perché favorisce la diffusione del virus e di conseguenza può essere causa di aumento di contagi. Meglio arredare gli uffici con spazi piccoli e delimitati da barriere, muri o protezioni mobili, in cui lavorino almeno la metà delle persone che ci lavoravano prima.

Meno maniglie più porte scorrevoli e intelligenza artificiale

Le aziende che possono permettersi lavori di ristrutturazione importanti, potranno prevedere l’installazione di porte scorrevoli e sensori che rilevano i movimenti, così da ridurre al minimo il contatto con le superfici. Pensiamo anche ad ascensori, porte dei bagni, interruttori della luce dei vari uffici, che vengono toccati decine di volte al giorno da tutti: con questi sistemi automatici non sarebbe più necessario toccare le maniglie o premere i pulsanti, riducendo di fatto i rischi di contagio.

Sanificazione dei locali (anche a cura dei dipendenti) e igiene personale

Infine, l’ultimo aspetto da considerare riguarda la sanificazione degli uffici, non meno importante rispetto alla redistribuzione degli spazi. Tutti i protocolli di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro sono concordi nel dichiarare l’obbligatorietà dell’azienda a prevedere un’adeguata e costante sanificazione del luogo di lavoro, ma c’è di più. Anche il dipendente è tenuto a lasciare pulita la propria postazione di lavoro, al termine del proprio turno o se abbandona la postazione per lasciarla in uso ad altri colleghi. Le parti interessate all’operazione sono il banco di lavoro, la tastiera, lo schermo e il mouse del computer, nonché oggettistica varia quali penne, pinzatrici, cassettiere, etc. Una precauzione aggiuntiva che garantisce il massimo livello di protezione contro il virus da parte di ciascun dipendente.

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