Cos’è il burnout da smartworking: cause, sintomi e come combatterlo

A causa dell’emergenza sanitaria in atto, è da ormai più di un anno che quasi la totalità delle persone del mondo ha cambiato drasticamente le proprie abitudini. Molte di loro, poi, sono state costrette a cambiare anche modalità di lavoro: l’ufficio si è messo da parte, lasciando spazio allo smartworking, concetto fino a poco fa sconosciuto ai molti. Questo “lavoro agile” è una condizione favorevole per molti aspetti, ma a lungo andare si è trasformato in qualcosa di piuttosto difficile da gestire, soprattutto da un punto di vista psicologico, portando alla nascita di diversi casi di burnout da smartworking. Ma che cos’è? E come si combatte? Scopriamolo insieme! 

Burnout da smartworking: di cosa si tratta

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce il burnout come un fenomeno occupazionale dovuto a stress cronico mal gestito e nel 2019 l’ha riconosciuta come “sindrome”. Il burnout, quindi, è legato a una condizione di stress prolungato. Il termine burnout significa letteralmente esaurimento, e quando è causato dallo smartworking, si riferisce all’esaurimento nervoso da stress da lavoro.

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Da cosa è causato il burnout da smartworking

Se inizialmente la paura, soprattutto dei piani alti delle aziende, era quella che lavorando da casa i dipendenti producessero meno, con il tempo ci si è accorti che avviene esattamente l’opposto: la giornata lavorativa dura da una a tre ore in più, gli orari non vengono rispettati, si fanno più riunioni, si è reperibili al di fuori dell’orario di lavoro, si è incapaci di disconnettersi dal lavoro e il confine tra la vita lavorativa e quella privata è pressoché inesistente. In poche parole, i lavoratori fanno fatica a gestire tutto questo stress, cadendo proprio in un esaurimento nervoso. Secondo alcune ricerche, oggi soffrono di burnout da smartworking due lavoratori su tre, ossia il 69% di loro e, dunque, il 20% in più rispetto a prima della pandemia.

Riassumendo, dunque, il burnout da smartworking è causato dall’incapacità (o impossibilità) di disconnettersi dal lavoro e dall’incapacità (o impossibilità) di avere orari precisi di attività lavorativa, come avviene in ufficio. Tutto ciò comporta la riduzione, fino all’eliminazione, dei propri spazi extra-lavorativi. Questo investimento di energie e risorse troppo elevato, porta infine a una sorta di esaurimento nervoso.

I sintomi del burnout da smartworking

I primi sintomi che si manifestano se affetti da burnout da smartworking sono l’insonnia, il mal di testa, il mal di stomaco e la difficoltà nel recuperare le energie con il riposo dal lavoro. Quando la situazione si aggrava, i sintomi peggiorano fino ad arrivare a un vero e proprio esaurimento fisico e psichico, allo scarso interesse per le necessità legate al lavoro e alla sensazione di inadeguatezza personale.

Solitamente la sindrome del burnout si manifesta in quattro fasi:

  1. Fase dell’entusiasmo idealistico: il lavoratore è fortemente motivato a lavorare. 
  2. Fase della stagnazione: la persona continua a lavorare, ma si accorge che il lavoro non soddisfa del tutto i suoi bisogni. 
  3. Fase della frustrazione: il lavoratore comincia a credere di non essere più in grado di aiutare gli altri. 
  4. Fase del disimpegno: la persona inizia a pensare di lasciare il lavoro o di non investire più.

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Burnout da smartworking: come combatterlo

Ma adesso capiamo come combattere, ridurre e prevenire il burnout da smartworking.

Rispettare gli orari lavorativi

Come prima cosa è necessario organizzare e definire gli orari lavorativi, proprio come avveniva quando si andava in ufficio: stabiliti gli orari di inizio e fine giornata lavorativa e della pausa pranzo, ci si deve impegnare a rispettarli. È vietato accendere il computer aziendale, rispondere al cellulare per lavoro, guardare o scrivere mail al di fuori dell’orario lavorativo.

Lavorare in un ambiente definito e creare una postazione di lavoro ergonomica

Altro aspetto di fondamentale importanza è quello di lavorare in un ambiente definito (laddove fosse possibile), così da poter cambiare stanza prima e dopo l’orario lavorativo. Nel seguente articolo troverete alcuni consigli preziosi in merito: “5 Consigli per allestire la postazione di lavoro ideale in casa”. Ancora più importante è che la postazione di lavoro allestita sia ergonomica: in questo modo migliorerete la felicità, la salute e la produttività a lavoro. Per farlo, basterà rifarsi all’approccio delle 4 zone di Fellowes, che qui troverete approfondite: “Postazioni di lavoro ergonomiche: migliorare felicità e salute a lavoro, ispirandosi alle 4 zone Fellowes”.

Nelle apposite categorie del sito di Zenick.it, “Postazioni Home Office”, “Ergonomia e supporti” e “Sedie”, troverete un’ampia gamma di soluzioni intelligenti ed ergonomiche per creare la perfetta postazione di lavoro… A casa!

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Uscire e fare sport

Altrettanto importante è ritagliarsi sempre dei momenti per sé stessi, da dedicare ai propri hobby, alla pratica dello sport e soprattutto al cambiare aria. L’esercizio fisico è un valido aiuto per fronteggiare il burnout: allenarsi è fondamentale per rilasciare dopamina e serotonina, che aiutano a migliorare l’umore e a stimolare il sonno, oltre che a ridurre drasticamente i livelli di stress. Yoga, camminata, corsa, pilates, ballo, bicicletta, boxing… Le alternative sono davvero tante! Vi consigliamo le seguenti letture per prendere ispirazione e trovare le soluzioni migliori per voi: “Al via la preparazione per la prova costume: alcuni esercizi da fare all’aperto per dimagrire” e “Esercizi per fare allenamento in casa e tenersi in forma”.