Come conciliare telecamere e privacy nei luoghi di lavoro

Piccola o grande che sia, qualunque aziende sente l’esigenza di tutelare la sicurezza del luogo di lavoro e dei prodotti presenti in esso attraverso l’installazione di adeguati impianti di videosorveglianza, al fine di prevenire furti, intrusioni e violazioni. Questa condivisibile necessità deve però fare i conti con i diritti dei lavoratori, che in nessun modo possono essere controllati a distanza mentre svolgono la propria attività.

Come conciliare dunque la presenza delle telecamere in ufficio con il diritto alla privacy dei dipendenti? Ci ha pensato la legge, che come vedremo delinea dei confini molto chiari tra videosorveglianza e privacy.

Cosa dice l’art. 4 dello Statuto dei Lavoratori

Tutta la disciplina relative alla tutela della privacy del lavoratore in presenza di telecamere sul posto di lavoro è regolata dallo Statuto dei Lavoratori (Legge 20 maggio 1970), un importante riconoscimento della liberta dei lavoratori, che non a caso nella sua forma più estesa prende il nome di “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento”.

In particolare, l’art.4 è dedicato proprio alla regolamentazione degli impianti audiovisivi nel luogo di lavoro e fino a poco tempo fa sanciva il divieto assoluto di controllo a distanza dei lavoratori. Recentemente questa norma è stata aggiornata dal D. Lgs. 24/185 che l’ha voluta adeguare alle necessità dei datori di lavoro e ai progressi tecnologici che nel frattempo sono intercorsi, favorendo la possibilità di installare telecamere negli uffici, ma solo a determinate condizioni.

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Finalità degli impianti audiovisivi

Secondo l’art. 4 dello Statuto dei lavoratori recentemente aggiornato, sono tre le motivazioni che autorizzano un datore di lavoro ad installare telecamere negli uffici:

  • per esigenze organizzative e produttive, quando ad esempio ci sono macchinari che necessitano di monitoraggio continuo;
  • per la sicurezza del lavoro, quando è necessario prevedere interventi tempestivi di squadre di soccorso oppure se i lavoratori operano in zone isolate o in aziende di grandi dimensioni;
  • per la tutela del patrimonio aziendale, quando negli uffici sono presenti beni di alto valore economico e ci sono già stati furti in passato.

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Regole per l’installazione di impianti di videosorveglianza

Fatti salvi questi tre presupposti, in ogni caso il datore di lavoro non può procedere all’installazione di telecamere senza aver preventivamente comunicato la loro presenza ai lavoratori in forma scritta. Ma anche questa procedura non è sufficiente: ci sono altre due regole da seguire prima di provvedere all’installazione, che sono alternative tra loro:

  • il datore di lavoro deve stipulare un accordo collettivo con le rappresentanze sindacali per regolamentare il funzionamento dell’impianto;
  • in assenza di rappresentanze sindacali in azienda, gli impianti possono essere installati solo a seguito di una autorizzazione della sede territoriale dell’Ispettorato del Lavoro.

Si possono usare le telecamere per controllare il dipendente?

Resta un nodo chiave da sciogliere, ossia se l’azienda può utilizzare le immagini riprese dalle telecamere per sanzionare il dipendente in caso di azioni scorrette. La legge sostiene che è possibile, ma solo a condizione che venga rispettata la privacy del lavoratore e che questo venga edotto sulle modalità di uso degli strumenti e sull’effettuazione dei controlli, attraverso un preciso regolamento interno.


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